MOISTURE BUFFERING (un modo per controllare i problemi di umidità e condensa)

Nel post precedente si parlato della capacità che potrebbero avere gli involucri nello smorzare e sfasare l'umidità interna, cioè assorbirla e restituirla quando serve (in inglese Moisture Buffering, trad. tampone igrometrico) per incrementare il comfort indoor e eliminare i fenomeni di condensa e muffe.
E' ovvio che la domanda che viene spontanea è...ok ma come si fa?.
Il nostro approccio è sempre lo stesso, sperimentiamo e misuriamo, possibilmente a bassissimo costo.
Abbiamo in primo luogo ragionato sui materiali da potersi utilizzare per la porzione di involucro interno, intonaco a base di calce, cemento, gesso, argilla..pannelli di legno, di cartongesso etc.(la terra cruda è una nostra passione per l'autocostruzione).
Dato che l'argomento è connesso anche con la conservazione di beni culturali (esempio controllo microclima museale) e le prime sperimentazioni interessanti trovate sono proprio in tal campo, abbiamo chiesto al Prof.Sandro Meli docente di Tecniche Analitiche e Petrografiche presso la Facoltà di Tecnologie per la
Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali di Parma se fosse interessato a condividere la nostra ricerca.
Detto fatto ha coinvolto una studentessa interessata all'argomento con la quale è stato sviluppato l'argomento prima con il tirocinio, poi con la tesi di laurea. Pertanto in primo luogo citiamo la tesi :
Università degli Studi di Parma :"FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI: Corso di Laurea Magistrale:SCIENZE PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO -LA FUNZIONE DI MOISTURE BUFFERING ESERCITATA DALLA TERRA CRUDA IMPIEGATA COME INTONACO:VALENZA NELL’AMBITO DELLA CONSERVAZIONE-Relatore: Dott. SANDRO MELI Correlatore: Dott. GIOVANNI MICHIARA Candidata: ALICE RABAGLIA Anno Accademico 2010/11.
Aldilà della dovuta citazione ringrazio Alice per la passione e l'approccio da vero scienziato sperimentatore e Sandro, per avermi dato questa possibilità.
Detto ciò, in tale contesto, ben lungi da me fare trattazioni accademiche, riporto solo alcuni spunti che reputo interessanti (per cercare bibliografia sull'argomento basta digitare "moisture buffering" su un motore di ricerca)
Oltre alle argille citate nel titolo della tesi abbiamo testato anche altri prodotti e tutto sommato non solo l'argilla ha fornito risultati interessanti (in tale contesto tralasciamo vari approfondimenti)
Le analisi sono state condotte sia con metodo ponderale classico (essiccazione in stufa e pesata di campioni sottoposti a diverse UR in contenitori stagni) sia creando uno strumento specifico.

I provini di diverse tipologie di intonaco messi ad essiccare all'aria


Esso è costituito da due camere stagne separate dal provino da testare: in ogni camera vi sono sensori di temperatura e umidità relativa collegati ad una centralina elettronica che visualizza a monitor e registra sul computer i parametri misurati in continuo. In una camera, tramite due tubicini, è possibile immettere ed estrarre aria umida.

Lo strumento sperimentale per i test
Lo strumento e il suo utilizzo è al momento da perfezionare in quanto la vera finalità è quantificare la tipologia  di materiale e il suo spessore in funzione dell'esigenza. e ciò richiede ulteriori sperimentazioni.
Una piccola nota. Il microcontrollore utilizzato per l'acquisizione dati è il mitico Arduino, un ringraziamento doveroso va al  forum di Arduino (se si vuole comprendere cosa sia davvero l'opensource e lo spirito collaborativo basta dare uno sguardo a questo forum), dal quale abbiamo attinto per assemblare il piccolo sistema di monitoraggio.
Riporto ora alcuni grafici ricavati dalle prove dove le sigle IFI e IFO sono degli intonaci commerciali premiscelati a base di  argilla , "terra" è invece il classico intonaco in terra cruda autoprodotto.


 Confrontando i tre prodotti a base di terra cruda si nota come i commerciali scambino meno rispetto a quello autoprodotto. Ciò non è necessariamente un difetto dei prodotti commerciali in quanto può essere dovuto al fatto che l'intonaco da noi prodotto è molto più "grasso" (<rapporto inerte/legante) e quindi con maggior contenuto di minerali argillosi motore del fenomeno.
Ciò però si traduce in una maggior predisposizione alla fessurazione da ritiro sul nostro intonaco (assente in quelli commerciali). Nelle foto fatte al microscopio ottico e riportate sotto si nota tale aspetto.


Ciò comunque che ci preme sottolineare è che la funzione di moisture buffering è presente e misurabile, quello che stiamo facendo ora è quantificare tale fenomeno (non solo negli intonaci di terra cruda) correlandolo con i mq di finitura per un determinato spessore in modo tale da poterlo utilizzare come vero e proprio strumento di creazione di comfort.





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